giovedì 8 novembre 2012

Mobilità Sostenibile e le Ore Sprecate nel Traffico

Dato per scontato che il raggiungimento di una condizione di reale sostenibilità della mobilità sia un obiettivo irrinunciabile, ritengo che, mettere al centro del problema la sola componente energetica, sia un'operazione mistificatoria che non  aiuti il vero cambiamento e che danneggi, in parte, l'immagine delle stesse case auto.
Queste, infatti, comunicano sulla loro solita frequenza, mentre il consumatore nel frattempo si è sintonizzato anche su altre lunghezze d'onda : ascolta, confronta, valuta e sceglie con una logica  "reticolare". E' il caso di "fiere e manifestazioni"  in cui tutti i costruttori professano la loro fede "green", chi con l'ibrido, chi con l'elettrico puro, chi con il GPL, chi con il metano e chi con il diesel "pulito". Tutti con l'obiettivo, assolutamente non disdicevole, di promuovere vendite oggi sempre più difficili da acquisire, nella più classica delle tecniche commerciali!
Ho l'impressione che si stia guardando al futuro dell'auto con lo sguardo fisso sul retrovisore.
Ricerche in corso in questo ambito, stanno evidenziando che la sensibilità dell'utente sa cogliere sempre di più le distonie proprie di questo approccio e tende a punirle.
Serve invece un approccio olistico, una visione d'insieme dell'automotive. Capire cioè, qual è  oggi  la vera funzione dell'auto e dare indicazioni concrete che vadano in questa direzione. Il suo ruolo non è più quello del '900, sotto molteplici punti di vista; pensare all'auto chiedendole solo di essere più verde, ritengo sia una visione miope e che non porti molto lontano.
Uno studio, che trova concordi  differenti scuole di pensiero, delinea l'evoluzione delle soluzioni "di trazione" adottate dal parco auto, da oggi fino al 2050. Da questo studio emerge che  l'ibrido avrà una crescita stabile e che l'elettrico si avvierà ad affiancarlo intorno al 2025, quando sarà cominciato l'irreversibile declino del petrolio (vedi grafico). Si tratta di una tempistica che non lascia grandi spazi per voli pindarici e che non mostra segni di  possibili accelerazioni folgoranti in una direzione piuttosto che in un'altra.
Ora, se su questo versante energetico il quadro automotive sembra abbastanza ben delineato, il fronte dell'utilizzo dell'auto mostra, invece, uno scenario ancora tutto aperto e, questo sì, tutto da approfondire e da giocare.
Ad esempio, uno dei temi di grande dibattito è la congestione del traffico sia in città che nelle grandi arterie di collegamento. Inquinamento e  lunghe code sono spesso due facce della stessa medaglia. Negli Stati Uniti, si sprecano ogni anno 4,2 Miliardi di ore/ uomo nel traffico congestionato; l'impatto di tale spreco è evidente se si pensa, ad esempio, che la costruzione dell'Empire State Building ha richiesto 7 Milioni di ore/uomo e per il Canale di Panama sono serviti 20  Milioni di ore/uomo!
Analisi come queste hanno generato riflessioni e progetti sulla mobilità  di particolare interesse. La curiosità è che tra queste scopriamo che le più avanzate provengono da un mondo al di fuori dell'automotive ! Mi riferisco a Google, che ha studiato ed affrontato la mobilità con un approccio "digitale", ad ampio spettro. Anticipando, per certi aspetti, anche i tradizionali costruttori  auto, Google ha scelto di investire pesantemente sull'"Intelligent Trasportation", accelerando lo sviluppo di veicoli a "guida completamente automatica" privi cioè di pilota. Un sistema che se da un lato libera il conducente dalla necessità di guidare l'auto in coda per un periodo interminabile, dall'altro potrebbe avere la possibilità di snellire il traffico regolando la densità di auto per chilometro, una delle fonti del congestionamento, agendo sulla velocità di percorrenza dei singoli veicoli collegati in rete attraverso una piattaforma dedicata. Ruolo chiave in questo progetto lo ha Sebastian Thrun, esperto di intelligenza artificiale, cresciuto in casa Google. Lui e il suo team hanno già messo su strada una piccola flotta di veicoli in grado di  muoversi senza pilota. Equipaggiati con laser, videocamere e radar, sono capaci di portare i passeggeri in ogni dove, consentendo "all'ex pilota" di dedicarsi ad altro e di non sprecare tempo ed attenzione solo per tenere l'auto in coda.
Forse, da sola, non sarà una soluzione risolutiva,  ma certamente è un contributo tangibile ai problemi di mobilità; una proposta che ritengo sia più complessa dal punto di vista culturale che tecnologico.
E' certamente ora di osare e di mettere in campo soluzioni avanzate per dare risposte adeguate ad una domanda di mobilità che sta cambiando profondamente il rapporto uomo/macchina.



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